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Live your dreams

Barbara Grassi – Giornalista professionista dal 2004. Sky Sport/SkyTG24


Hospital Central ha fatto la storia della televisione spagnola, raccontando per 20 stagioni, dal 2000 al 2012, il quotidiano di medici e infermieri con i drammi, i dolori e anche le gioie che si possono vivere in un ospedale. Con approfondimenti delle storie dei vari personaggi che si sono dati il cambio in tanti anni. Uno di quelli che ha resistito di più è quello di Teresa Montoro, interpretato da Marisol Rolandi, la receptionist con la fama di essere una pettegola e che voleva sapere tutto ma che in realtà si accorgeva di tante cose dopo gli altri. Un personaggio divertente e che attraversa un’evoluzione nel suo modo di pensare quando passa dal definire “non è normale” la storia d’amore in cui era coinvolta la sua amica infermiera Esther García con la dottoressa Maca Wilson ad accettare con entusiasmo ed emozione il ruolo di madrina di matrimonio. “Ho chiesto io di lasciare la serie perché non ne potevo più. Loro mi avevano detto che non mi avrebbero cacciato perché il mio personaggio era quello più amato”. Ho avuto il piacere di parlare con lei di Teresa, di Hospital Central, del suo percorso di attrice, per gran parte a teatro, e di come in Spagna è cambiato il modo di parlare delle persone della comunità LGBTQI+

L’intervista completa è su youtube e spotify!

Cosa ti piace della recitazione e di stare sul palcoscenico?

Tutto. È qualcosa di difficile da spiegare perché sembra che a noi attori piace essere guardati, nella mia vita normale è il contrario, se passo inosservata è meglio. Non volevo diventare famosa, quello che volevo era lavorare e stare sul palco, stare lì tutto il giorno. È che ti dà la vita, a me dà la vita. Dimentichi tutto sul palco. L’ultima volta che ho fatto teatro due anni fa mio padre è morto. Mio padre è morto e sono andata a fare lo spettacolo. È morto, l’ho seppellito e sono andata a fare lo spettacolo. Non ho detto niente ed era una commedia. L’ho detto alla fine. Adoravo mio padre ma è qualcosa come immergersi in quel mondo e non sei tu e allora tutte le tue cose, le tue preoccupazioni, le dimentichi. Ecco perché dicono che è quasi una terapia, all’improvviso diventi un’altra persona, vivi completamente un altro mondo, altre realtà durante le due ore dello spettacolo. E poi vai a casa tua e sei tu. Questo te lo dà il teatro, per me non te lo dà né il cinema né la televisione.

Come è iniziata per te l’esperienza di Hospital Central

All’inizio non credevo che mi avrebbero preso. Ho presentato il curriculum perché a quel tempo andavi con il tuo curriculum dal direttore del casting e non mi hanno considerata perché non mi conosceva nessuno anche se lavoravo nel teatro da tutta la vita. Poi una delle attrici che ha iniziato che era Lola Casamayor conosceva il direttore del casting e gli ha detto fai una prova con Marisol che è mia amica, è molto brava. Mi ha detto vieni, ti provo per questo personaggio. Dopo qualche giorno mi chiama e mi dice il personaggio è tuo e io dico io? Ma sei sicuro? E mi ha detto certo, avevi qualche dubbio? Sei perfetta. Ancora oggi, qualche volta, mi chiedono di fare una foto con me e impazzisco e dico ma come vi potete ricordare? E alcune persone mi dicono ti ho riconosciuto dalla voce. 

Come si costruisce un personaggio così? 

Il personaggio all’inizio era la classica antipatica. Come quelle che trovi al servizio sanitario, di solito sono scortesi e ti dicono non c’è posto e non ti guardano nemmeno in faccia. All’inizio il personaggio era un po’ così. Ovviamente lo facevo ma giocando, non potevo fare a meno di farlo in chiave comica. Il personaggio era divertente, non era serio. La cosa di essere pettegola, di immischiarsi in tutto l’ho aggiunto, aggiungevo piccole cose come gli sguardi. Era un’antipatica accattivante perché se non fossi stata così mi avrebbero mandato via. 

Teresa era molto pettegola ma non sempre aveva l’esclusiva. Infatti non è stata la prima a scoprire la storia tra Esther e Maca

Volevo scoprire tutto, ma poi non ci riuscivo. Soprattutto perché una storia di due donne lesbiche a Teresa non entrava nella testa. Ora è diverso perché c’è davvero molta più visibilità ma 25 anni anni fa no, almeno non in Spagna. La vedevo come l’avrebbe vista mia madre. Se le avessi detto frequento una donna, sarebbe caduta con il culo per terra. è la stessa cosa, lo vedevo in quel modo, Esther era mia amica e non riuscivo e riuscivo a capire che stessero insieme. Ma dato che il personaggio aveva molta umanità, poi si è visto che perché le amavo molto, e alla fine alla fine si sposano e io sono la madrina e sono molto felice.

Era una delle prime serie con una storia così importante tra due donne. All’inizio cosa dicevamo produttori e registi?

Credo che abbiano voluto prendere un rischio. La serie stava avendo molto successo. Penso che abbiano detto proviamo e se vediamo che non funziona togliamo la storia. Grazie a quella storia Hospital Central ha avuto ancora più ascolti perché in quel momento si cominciava a vedere il mondo gay e LGTBI, è iniziato tutto in quel momento. La gente lo vedeva come più normale. Fatima e Patricia avevano un fan club enorme di ragazze lesbiche. Hanno fatto insieme a loro tante cose per dare visibilità. E mi mettevano dentro, tutti mi amavano molto e mi facevano dei regali. 

Sai perché? Perché il tuo personaggio passa da dire non è normale ad essere madrina al matrimonio e ha aiutato tanti genitori a capire meglio i loro figli

Io ero la persona del popolo e accettavo, e alla fine lei era tanto contenta, allora era una cosa che si doveva accettare. Era normalizzare. E vedere che queste due donne erano meravigliose, erano simpatiche, erano affascinanti e si amavano molto. Era un amore vero, non era niente di strano. Nel mio personaggio si rifletteva tutto questo. 

Cosa ha significato per te l’esperienza di Hospital Central?

Primo un cambiamento di vita perché io ho sempre lavorato ma non  avevo mai un centesimo. Con Hospital Central ho comprato una casa dove vivo, l’ho comprata grazie a Hospital Central. E professionalmente per me è stato come un riconoscimento, è vero che valgo per questo e avevo già 40 anni. Riuscivo a mantenermi con il mio lavoro di attrice. Una delle cose che mi è piaciuta di più è che i miei genitori hanno potuto vederlo. Mia madre dopo avermi detto che era distrutta perché volevo fare l’attrice, non entrava dalla porta per la gioia e l’emozione vedendo che sua figlia aveva trionfato. I miei genitori si sono rilassati smettendo di preoccuparsi del fatto se avessi o meno soldi. Inoltre non mi sono mai sposata. Ho una figlia perché l’ho adottata. Hospital Central mi ha dato anche mia figlia perché se non avessi avuto soldi e possibilità non avrei potuto adottare una bambina. 

Se Teresa avesse la possibilità di rivedere Maca e Esther cosa direbbe loro

Oh mamma mia e starebbero ancora insieme no?

Certo, insieme

Certo. Che gioia, mamma mia sarei davvero felice. Se la loro storia continuasse fuori da Hospital Central continuerei ad essere loro amica, andrei a trovarle, a prendere il caffè da loro. Non le avrei mai lasciate. Sarei come la nonna dei loro figli

Si potrebbe fare uno spin-off con Esther, Maca e Teresa

Dai proponilo (ride)

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