
In Mar Afuera, il remake spagnolo di Mare fuori, il personaggio di Dani Marrero è Pino O’ Pazzo. Ma il suo Alex ha poco del pazzo. È “un orsacchiotto di peluche con i tatuaggi”. La prima grande occasione per Dani come attore.
Dani è un ragazzo trans. Sui social, nonostante gli insulti, ha cominciato anni fa a raccontare la sua storia scoprendo poi di essere diventato un riferimento per tante persone. Condividere, raccontare, per normalizzare. Sui suoi social ha conosciuto tanta cattiveria ma questo non l’ha cambiato. E ha voluto condividere un messaggio molto bello “Essere brave persone e avere sempre il sorriso. Dire buongiorno e grazie”. Una chiacchierata che fa scoprire la normalità, la gentilezza e la maturità di un ragazzo con la testa sulle spalle e che sogna di fare l’attore. Ma senza smettere di dare visibilità e far conoscere la normalità delle persone transgender.

Mi racconti la tua storia di ragazzo transgender, partendo dall’inizio?
Mi sono reso conto che ero un ragazzo trans, una persona trans. Nel collegio sapevo che stava succedendo qualcosa. Perché volevo essere un ragazzo, ma non sapevo cosa mi succedesse. Pensavo che erano cose della mia mente. E siccome nessuno ti spiega nel collegio che queste cose possono succedere, pensavo che erano cose della mia mente. Quindi, quando avevo 16 anni, avevo Instagram e tutto, e ho visto un ragazzo trans che si era operato al petto. Mi sono chiesto perché un ragazzo si fosse operato al petto . Mi sono messo a guardare il suo profilo e ho visto che aveva messo foto prima e dopo la cura ormonale. Quindi, a 16 anni, ho capito cosa mi succedeva. Ero un ragazzo trans. Quindi, l’ho raccontato a mia madre e la mia madre lo ha raccontato ai miei cugini e a mia zia, alla mia famiglia. E tutto è andato bene. Ho avuto molta fortuna perché non ho mai avuto problemi con la mia famiglia. Mi hanno sempre supportato come se fosse una cosa normale. Non hanno visto nulla di strano. In effetti, se lo aspettavano. Sapevano che qualcosa succedeva, che non funzionava. E rispetto alla gente che viveva dove abitavo, l’ho raccontato come se fosse una cosa normale senza che mi importasse se lo vedessero bene o male. Quindi ho iniziato a postare cose su Twitter sul cambiamento fisico, a supportare le persone trans, il cambiamento di voce, un sacco di cose. E mi hanno insultato un sacco di persone su Twitter, un sacco, un sacco di persone. Però, all’inizio non mi importava, ma dato che poi iniziarono a insultarmi, mi dicevano che mi restava poco tempo da vivere perché la tassa di suicidio in persone trans è di 30 anni. E quindi ho cancellato tutto quello che avevo postato sul tema. Ma poi mi sono pentito perché ho detto se voglio insegnare alla gente che questo è qualcosa di normale e che non devono avere paura, se vedono che lo tolgo, sto insegnando che è qualcosa di brutto. Quindi sono tornato a postare tutto, non mi importava cosa la gente pensasse. Poi è arrivato il Covid e l’epoca di TikTok e lì ho iniziato a postare video ma non ho detto che ero trans perché la gente su Twitter è più grande e su TikTok ci sono ragazzi più piccoli. Quindi, quando ho ricominciato a raccontare che ero trans, un’altra volta tutto il mondo si è rivoltato come se non sapessero cosa fosse. C’erano molti ragazzini che non sapevano cosa fosse. Quindi, a partire da lì, ho iniziato anche a postare contenuti spiegando cosa era una persona trans e a parlare un po’ sul tema e i dubbi che la gente avesse o che ormoni usavo e così via.
A 16 anni normalmente abbiamo problemi perché si cambia, no? Scopriamo cose nuove. Per te, inoltre, c’è stato un cambiamento molto importante. Però tu mi sembri un ragazzo con la testa sulle spalle
Sì, perché io ho iniziato a lavorare molto giovane. E non avevo cambiato niente nella mia carta d’identità. Quindi, quando io volevo chiedere lavoro o mandare curriculum dovevo raccontare perché il mio documento era in una forma e io mi vedevo in un’altra. E io l’ho sempre raccontato come qualcosa di normale. Una volta sono andato a fare benzina e ho dovuto lasciare il documento alla ragazza della stazione di servizio. Sono andato a fare benzina e la ragazza mi è corsa dietro come se le avessi dato un documento falso. Quindi mi sono messo a ridere e a raccontarle del cambiamento e ha iniziato a ridere con me. So che c’è molta gente trans che l’ha passata male, ma ho sempre voluto mostrare che essere trans non è sempre qualcosa di male. Ci sono casi molto tristi, purtroppo c’è gente che lo passa molto male, ma voglio anche che la gente sappia che ci sono casi buoni e gente che è felice. Non voglio che chi fa la transizione pensi che lo passerà male o che non piacerà a nessuno. Ho conosciuto gente con gusti sessuali di tutti i tipi, sono piaciuto un sacco di persone e c’è gente a cui non piaccio ma non mi importa. Quindi cerco di normalizzarlo sempre. Ha delle cose buone e delle cose brutte, come tutto nella vita. Se devo dare un consiglio, credo che ognuno dovrebbe essere chi è, perché abbiamo solo una vita.
Non è facile per prima cosa per te stesso e anche per la famiglia supportare perché è qualcosa di nuovo soprattutto, ciò che non conosci ti dà un po’ di paura.
Credo che faccia paura anche perché è il tuo figlio o tua figlia e sai che c’è gente nel mondo che sarà una persona cattiva con il tuo figlio o con la tua figlia. Lo so che non è facile ma per esempio nella mia famiglia non ci sono strati problemi. Sì, mia madre si preoccupava se io stavo bene o quando postavo le cose sui social per gli insulti che ricevevo. So che ci sono famiglie che la passano molto male e hanno bisogno di un aiuto psicologica.
E con i tuoi compagni a scuola come è andata?
Ah, molto bene. Quando l’ho raccontato ai miei amici hanno iniziato a vedere con me che nome scegliere. Javier, Marcos, Dani… Quando mi ho operato al petto sono venuti a vedermi all’ospedale. Ho avuto molta fortuna. Se qualcuno ha riso di me non gli ho dato molta importanza perché non erano persone che mi importassero e così ho fatto pulizia tra mi miei amici.
Ti posso chiedere fisicamente quali sono stati i passaggi?
Ho iniziato a prendere ormoni a18 anni. Facevo iniezioni ogni 21 giorni. All’inizio mi vedevo molto gonfio e avevo la faccia piena di brufoli. Ho iniziato a cambiare la voce dopo 2-3 settimane. Facevo video per vedere il cambio e con i miei amici facevo foto tutti i mesi per vedere come cambiavo. All’inizio non mi sentivo molto a mio agio. Adesso mi sento meglio, vedo dei cambiamenti più evidenti. Non solo la voce, un po’ di barba e le mani che si sono mascolinizzate. Mi sono anche allargato. No ho avuto sbalzi di umore, non ho notato cambiamenti di umore. L’ho vissuta abbastanza bene. Adesso sto usando il testo gel che metto sul braccio.
Qual è stato il momento che ti ricordi di più felicità?
Credo quando sono andato in farmacia per la prima iniezione di testosterone. Sono corso dal medico chiedendo per favore, perché avrei dovuto chiedere una appuntamento e non l’avevo fatto, che mi facessi l’iniezione. Credo sia stato il momento che più perché sono andato tutta Torrejón cercando una farmacia che avesse il testosterone. Quel giorno è stato il più felice. Anche quando mi hanno operato al petto e non avevo più le bende.
Che consigli possiamo dare agli altri ragazzi che stanno vivendo la transizione?
Che vivano la loro vita pensando a loro e che facciano ciò che vogliono fare. Che non si lascino intossicare da persone cattive perché ci sono sempre persone cattive nel mondo e ti insultano per essere trans o per qualsiasi cosa. Questo è il mio consiglio e poi dipende da ciò che vogliono perché ogni persona è un mondo e ha dei gusti ma se vogliono prima dell’operazione al petto io andrei in palestra e mi allenerei perché se vai in palestra e ti alleni ti aiuti a vedere meglio dopo l’operazione e anche a ridurre il seno. Penso che la cosa più importante nella transizione il sociale. Se lo racconti raccontalo come qualcosa di normale, non con paura perché se lo racconti con paura l’altra persona penserà che le racconterai qualcosa di male. E sul tema familiare non lo so perché ognuno sa ciò che ha in famiglia e non mi piace parlare di questo tema perché siccome non l’ho passato male con la famiglia non so cosa può fare un ragazzo che lo sta passando male con la sua famiglia. Ogni famiglia è di una forma molto complicata e ognuno lo deve gestire come può.
Ti capita di pensare quando avevi dieci anni? Perché la vera tua vita possiamo che è iniziata dopo i 16 anni.
La mia infanzia sento che l’ha vissuta un’altra persona che non l’ho vissuta io e sento che avrei potuto essere più felice se avessi parlato prima. L’ho passata un po’ male con me stesso, con i miei compagni che mi chiamavano maschiaccio. Credo che la mia felicità sia iniziata quando ho capito quello che succedeva, perché ho potuto far chiarezza nella mia mente.
Hai studiato recitazione o Mar Afuera è stata la tua prima esperienza?
Ho fatto dei corti ma non ho fatto qualcosa di così professionale come una serie che va su Atresplayer. Quando abbiamo girato la serie sono stati i migliori mesi di tutta la mia vita, è stato il lavoro che mi è piaciuto più. Non sapevo però che mi sarei stancato tanto mentalmente. Fisicamente no, ma mentalmente sì è stato stancante ma mi è piaciuto molto, lo farei un altro milione di volte.
Perché ti è stancato tanto mentalmente?
Non lo so credo, era la prima volta che facevo qualcosa di così importante. Ho un ruolo di coprotagonista, ho molto testo. Ci sono episodi in cui dovevo fare delle scene po’ più tristi e più dure. Un giorno stavo girando una scena con Rai, con l’altro personaggio, e mi sono messo a piangere. Era una scena di una lotta e mi sono messo a piangere perché mentalmente ero stanco.
Sapevi dall’inizio qual fosse il tuo personaggio e cosa avresti fatto?
No, quando ho fatto il casting no non sapevo tutto il sviluppo del personaggio, poi quando lo abbiamo visto mi è piaciuto perché non si centrava solo è una persona trans, hanno messo una persona trans ma non tutto ciò di cui parlano di quel personaggio è importante che è trans, lo mettono ma non lo mettono come qualcosa molto pesante. E mi hanno detto di dirlo se qualcosa non mi piaceva. Mi ricordo il momento in cui ho il ciclo e volevano mettere un sacco di sangue. Quindi ho detto non poteva succedere di avere un ciclo normale. Mi hanno ascoltato e abbiamo cambiato.
Il personaggio italiano è più pazzo e fa più paura, invece Alex potrebbe sarebbe potuto essere il mio migliore amico
Mi hanno messo come un orsacchiotto di peluche con i tatuaggi. È in prigione perché ha ucciso qualcuno ma per aiutare l’altro ma non va in giro derubando la gente o ammazzando la gente. Sento che il mio personaggio non cattivo, Alex non è una persona cattiva. Al contrario.
Alex vuole piacere alla banda
Sì perché perché mi sento solo, non ho amici e sento che così sono utile e mi posso sentire amato ma Alex non è come quelli della banda. Non gli piace essere solo e per una volta che qualcuno mi nota e mi sento rispettato e non mi insultano.
Però lo chiamano Transformer. Credo che possa capitare di ascoltare insulti del genere.
Io ho detto di chiamarmi così perché sui social ho ricevuto tanti insulti e ho detto che mi chiamassero in questo modo perché qui in Spagna lo dicono.
In una ipotetica seconda stagione cosa ti piacerebbe che facesse Alex?
Mi piacerebbe che comandasse la banda, non lo so è la prima cosa che mi viene in mente. Ma ma non so se vedo Alex capace di gestire una banda.
Per salutarci cosa possiamo dire?
Che la paura e il rifiuto di pochi non possono paralizzarci
Perfetto. Grazie mille
Grazie a te



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